Il Trattamento

Il trattamento dura 50 minuti e si pratica a terra sopra un futon, riscaldato in inverno. Anche l’ambiente è a temperatura controllata. Questa sistemazione consente all’Operatore di lavorare nel modo più corretto e al paziente di trovarsi in una situazione veramente confortevole.

Facendo riferimento all’anamnesi, ma soprattutto a quanto la persona ha riferito rispetto ai propri disturbi, imposto il lavoro nella massima attenzione al rispetto dell’equilibrio psicofisico di ciascuno, con pressioni mai invasive ed un contatto costante mantenuto sul corpo anche con l’altra mano.

Questa tecnica, caratteristica dello Shiatsu e fondamentale per chi lavora sulla circolazione energetica, dà al paziente la piacevole percezione di avere accanto qualcuno che si stia effettivamente “occupando di lui”.

Gli studi intrapresi nel corso degli anni mi hanno permesso di integrare le competenze.

Più frequentemente,e se il paziente è d’accordo, utilizzo gli oli come ausilio al rilassamento muscolare e mentale e la Terapia Cranio Sacrale.

Quest’ ultima in particolare, consente di integrare il lavoro energetico con quello strutturale lavorando sul tessuto fasciale.

Punti di tensione sulle fasce, possono non solo contribuire ai disturbi già menzionati, ma anche a posture scorrette.

La pressione delicatissima caratteristica di questa tecnica, oltre a produrre un rilassamento profondo e ad intervenire su un buon numero di disturbi neurovegetativi, si è rivelata particolarmente interessante nei problemi di coordinazione motoria dell’occhio, perdita del gusto e dell’olfatto, infiammazioni del trigemino, vertigini, nevralgie, nonché in casi di autismo e dislessia.

Un trattamento Shiatsu o una seduta di Terapia Cranio Sacrale hanno un effetto profondamente rilassante, non solo sulla muscolatura, ma anche sulla psiche, questo il motivo per cui alcune persone decidono di regalarsi saltuariamente una seduta.

Mi è capitato alcune volte di incontrare persone che mi hanno confessato di aver avuto una grande resistenza ad avvicvinarsi allo Shiasu perché un amico o un parente è tornato a casa pieno di dolori.

Fermo restando che ogni disturbo costituisce la “strategia possibile” messa in atto dal corpo per sostenere qualunque tipo di “offesa” e che intervenire su uno squilibrio pone il corpo stesso in una situazione di allarme che può momentaneamente acuire il sintomo, posso assicuravi che in tutti questi anni la maggior parte dei pazienti è sempre tornata a casa sentendosi meglio e mai, assolutamente mai, sentendosi  “a pezzi”.


Purtoppo quando la terapia non funziona si tende a mettere in discussione l’efficacia dello Shiatsu e non la preparazione dell’operatore.

 



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